Recensione di: Dott.ssa Irene Pazzaglia
"Lo scenario naturale è da sempre il teatro su cui si riflettono e si proiettano le emozioni più indomite e recondite del nostro mondo interiore. La concezione dell'arte e della poesia nel Romanticismo affondava il suo lirismo proprio nell'evocazione di suggestivi scenari nei quali la Natura mostrava il suo lato più indomito e impervio, senza spaventare più di tanto il poeta o lo spettatore, anzi permettendogli di entrare in una dimensione contemplativa e riflessiva nella quale le intemperanze del suo animo potevano mostrarsi senza timori di sorta, ben lontano dagli schemi castranti e rigidi imposti dalla società. In questo dipinto è la stessa dimensione di libertà ad entrare prepotentemente e felicemente in contatto con chiunque osservi l'opera, avviando un rapporto multisensoriale che permette al frutto della creazione pittorica di oltrepassare i limiti della vita reale generando un'entità che ha quasi un'esistenza indipendente. Se vogliamo possiamo interpretare il tema alla base di questa singolare rappresentazione come una metafora del rapporto che intercorre tra la realtà e l'arte, nel senso che la seconda, ben lungi dall' accontentarsi del ruolo sterile di mimesi meramente riproduttiva di ciò che esiste nel mondo empirico, ne fornisce un'interpretazione intrisa di emotività che rende il creatore "entheos", ossia invaso, illuminato dalla divinità, portatore di verità e di concetti sotterranei e nascosti agli occhi della maggior parte della gente. Ketty La Rosa, un'artista dalla spiccata vena poetica, sposa con passionale purezza questa concezione della rappresentazione figurativa e pittorica, che sottolinea ed evidenzia l'aspetto più emotivo e istintivo dell'arte come espressione dei moti dell'animo, come torrente in piena carico di variopinte emozioni e di mille sfumature complesse e contrastanti. Il paesaggio marino che accoglie lo sguardo dell'osservatore è uno scenario percorso da brividi di libertà rappresentativa, un luogo in cui l'immaginazione acquisisce una dignità e una consistenza superiori ad ogni altra cosa, dove la mente può evadere in completa sintonia con i desideri espressi dalle emozioni, come se il potere della fantasia giungesse a costruire un universo alternativo dalle sembianze solo vagamente realistiche. Nella "grande onda "evocata dall'artista in questo dipinto è meraviglioso naufragare fino a perdersi completamente, senza porsi domande o farsi sovrastare da inutili pensieri. Lo spirito si fa travolgere dalla forza travolgente e impetuosa delle acque proprio come il cuore, nei celebri versi leopardiani, ad un tratto "si spaura "di fronte all'immensità, che pure mostra il suo lato più introspettivo ed accogliente nei confronti dell'articolato e complesso patrimonio emotivo di ognuno di noi.
Dott.ssa Irene Pazzaglia
|